Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.