Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Non fermarti o morte, c’è posto per entrambi, sul sentiero, tra gli alberi. Li, io
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio