Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita