Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.