Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.