Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno
Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,