Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Non fermarti o morte, c’è posto per entrambi, sul sentiero, tra gli alberi. Li, io
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo