Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.