Dalla raccolta "Pane al pane, vino al vino"© di Francesco D'Addino
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Se scavassi nel mio cuore troveresti il tuo nome come una ferita non rimarginata. Il tempo è
Salimmo fra vertigini fino alla fine del mondo, e a fuoco marchiammo le anime e i cuori come se fossimo stati
Ombra gracile ai piedi miei telai d’ ombrelli e abiti smessi figure di megere
Udendo il vento sperai suggerisse la vita, mutilai il dolore in piccole gocce
Brev’ assai le febbri folli quand’ il cor vagò fra mari e colli in un dì ove l’ amor si stracciò nelle pieghe del più funesto sogno…
La corteccia ruvida di un albero è pari nel ricordo, ad un viso ch’ invecchiato mostra segni di vita e di gioia come speranze ambrate
Come oggi, ho conosciuto il nostro amore E sotto l’incedere del passo, avvicinai i sogni alla vita E poi,
Frammenti di sogno, reminiscenza così fragile e antica legata alla vita da un filo invisibile alla qual è concessa la luce,
Alberi spogli viran lontano ai più remoti pensieri, e nel vento il sogno placa l’animo
Bussano ai vespri anime antiche nelle cornici foto in un bianco e nero di visi provati
Cos’è una rosa senz’affetto: un ramo di spine in mezzo al petto solitaria nel cuore e reticente al… triste e di rado felice
Dare il tormento ad anime vergini a noi che il cuore è una mansarda che non abita nessuno
Voragini dentro ai pensieri, come fosse un tempo immutato. E di desideri possibili somiglianti al sogno,
Sera, inerme e prigioniera calma e terrena rossastro padiglione ch’è sulla vita
Natura originaria allo stato puro d’ogni cosa, coi suoi verdi prati e colline ambrate,